Sommario:
- 1. Il fondamento del diritto al risarcimento del danno differenziale nel T.U. sugli infortuni ed i limiti della responsabilità datoriale.
- 2. La configurabilità del danno differenziale nel dibattito giurisprudenziale ante novella legislativa.
- 3. La riscrittura dell'art. 10 del T.U. sugli infortuni: profili esegetici e costituzionali.
- 4. Osservazioni conclusive sul regime intertemporale della novella legislativa.
Il fondamento del diritto al risarcimento del danno cd. differenziale, ossia del danno civilistico subìto dal lavoratore come conseguenza dell'infortunio sul lavoro o della malattia professionale e non soddisfatto dall'indennizzo previdenziale, è come ben noto fissato dall'art. 10 del T.U. approvato con il d.P.R. n. 1124 del 1965. La norma – che nella formulazione originaria risentiva d'una lunga e pressoché ininterrotta stratificazione storica, risalente alla l. n. 80 del 1898 – ha, come pure noto, subito una inaspettata, profonda revisione con l'art. 1, comma 1126, l. 30 dicembre 2018, n. 145, recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 (e quello pluriennale per il triennio 2019-2021).