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Lavoro 10.05.2019

L'impatto della sentenza n. 194 del 2018 (e del decreto Dignità) sui giudizi in corso

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Sommario:

  1. 1. Introduzione.
  2. 2. Le pronunce di accoglimento della Corte costituzionale come ius superveniens necessariamente retroattivo.
  3. 3. Le tecniche per dare ingresso allo ius superveniens nei procedimenti pendenti in primo grado.
  4. 4. Le risposte della prima giurisprudenza formatasi all'indomani della sentenza n. 194 del 2018.
  5. 5. Le ricadute sui giudizi pendenti in grado d'appello e il falso problema del divieto dei nova.
  6. 6. Le ricadute sui giudizi di cassazione, tra ammissibilità del ricorso per violazione di norme sopravvenute e ostacoli derivanti dalla struttura del giudizio di legittimità e di rinvio.
  7. 7. L'ambito di applicazione ratione temporis della cornice edittale prevista dal c.d. decreto Dignità: siamo sicuri che la legge non dispone che per l'avvenire?
  8. 8. Il nodo della sanabilità delle conseguenze della contumacia del datore di lavoro.
  9. 9. Conclusioni.
 

Il contributo si propone di esaminare le ricadute della sentenza n. 194 del 2018 della Corte costituzionale sui processi in corso nei vari gradi di giudizio, al fine di individuare le tecniche che consentano di dare applicazione allo ius superveniens derivante dalla pronuncia della Corte nel rispetto dei principi processuali della domanda e del contraddittorio nella formazione della prova. Partendo dalla presa d'atto del carattere necessariamente retroattivo della declaratorie di incostituzionalità, il contributo sosterrà la piena applicabilità del nuovo formante normativo a tutti i giudizi pendenti nei vari gradi (in primo grado, in appello, in cassazione, in sede di rinvio). Su questo presupposto, il contributo si soffermerà quindi sulle diverse tecniche utilizzabili per estendere, nei vari gradi di giudizio, la cognizione del giudice alle circostanze di fatto che costituiscono oggi i criteri per determinare l'indennità dovuta al lavoratore illegittimamente licenziato (tra cui innanzitutto, secondo le indicazioni della Corte, i parametri previsti dall'art. 8, l. 604/1966), dando conto anche dei primi arresti giurisprudenziali intervenuti sul punto. Ragioni di completezza, poi, suggeriscono di soffermarsi anche sulla connessa questione relativa all'ambito di applicazione temporale della nuova e più elevata cornice edittale prevista dal c.d. decreto Dignità, rispetto alla quale si tenterà di sostenere conclusioni diverse da quelle fatte proprie dalla giurisprudenza maggioritaria, nonché sul nodo relativo ai limiti dell'intervento tardivo nel processo del datore di lavoro che abbia scelto di rimanere contumace alla luce del modesto rischio di causa proprio del regime dichiarato incostituzionale. L'insieme degli interventi operati rispettivamente dalla Corte costituzionale e dal Legislatore offre così l'occasione per svolgere una riflessione più generale sul tema dell'applicabilità dello ius superveniens nel processo del lavoro, proficua anche per prevenire l'impatto di futuri sommovimenti della disciplina.