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Lavoro 21.12.2020

Libertà apparente del rider vs. poteri datoriali della piattaforma: il Tribunale di Palermo riapre l'opzione subordinazione

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Sommario:

  1. 1. Una sentenza innovativa chiude un anno particolare.
  2. 2. Le specificità della fattispecie oggetto del giudizio.
  3. 3. L'iter logico-argomentativo della decisione.
  4. 4. Una riflessione interlocutoria: il contratto di lavoro subordinato come contenitore capace di raccogliere ancora le istanze di “buona” flessibilità.
 

La sentenza del Tribunale di Palermo del 24 novembre 2020, n. 3570, è la prima decisione italiana che qualifica come rapporto di lavoro subordinato il rapporto intercorso tra una piattaforma digitale di consegna di beni a domicilio e un ciclofattorino, ponendosi così in discontinuità con i precedenti giurisprudenziali che avevano invece riconosciuto il carattere genuinamente autonomo del rapporto ovvero la sua riconducibilità alla fattispecie della collaborazione etero-organizzata ex art. 2 d.lgs. n. 81 del 2015.

Il commento evidenzia come la conclusione raggiunta dalla sentenza sia dipesa sia da un'attenta valutazione delle specificità della fattispecie oggetto di giudizio sia da un approccio giuridico di tipo evolutivo, ben meditato e consapevole dell'ormai abbondante produzione giurisprudenziale, anche straniera, sul tema, e conclude con una riflessione in merito alle perduranti potenzialità del contratto di lavoro subordinato come contenitore capace di raccogliere le reciproche esigenze di buona flessibilità.