Sommario:
- 1. Inefficacia selettiva e circolazione del patrimonio sociale nella scissione.
- 2. Il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia e le conclusioni dell'Avvocato generale.
- 3. La tutela del mercato e dell'incolpevole affidamento.
- 4. Lo strumentario pluralista concepito a tutela dei creditori.
- 5. La responsabilità sussidiaria e risarcitoria.
Con la ordinanza in epigrafe la suprema corte si pronuncia per la prima volta sulla dibattuta questione della revocabilità della scissione e fonda la sua decisione sulla differenza tra invalidità, nullità ed inefficacia dell'atto e dei suoi effetti. Tuttavia i giudici di legittimità, come accaduto in altri precedenti di merito, non colgono la vera questione che nulla ha a che vedere con la inopponibilità ai creditori. Il vero problema è che non è possibile rendere invalida o inopponibile o inefficace “selettivamente” solo una parte dell'intera operazione societaria, destrutturando il patrimonio sociale e lasciando “pezzi di effetti” sul terreno dopo la sua circolazione.