Sommario:
- 1. Osservazioni di carattere generale in ordine alla distinzione tra negozi mortis causa e negozi post mortem
- 2. La qualificazione del contratto a favore di terzi con esecuzione post mortem tra negozio inter vivos e negozio mortis causa: profili sistematici e limiti dogmatici rispetto al divieto dei patti successori
- 3. La designazione posteriore del terzo beneficiario nel contratto a favore di terzi: profili sistematici di ammissibilità inter vivos e limiti dogmatici dell’utilizzo del testamento come strumento di individuazione
- 4. La rilevanza del contratto a favore di terzi con esecuzione della prestazione dopo la morte dello stipulante nell'ambito delle ipotesi convenzionali alternative al testamento. Le nuove frontiere dell’autonomia privata
- 5. Conclusioni
Il contributo indaga la rilevanza del contratto a favore di terzi con esecuzione post mortem quale strumento alternativo al testamento. La qualificazione della fattispecie come negozio inter vivos – in cui la morte dello stipulante opera quale mero termine e non quale causa dell’attribuzione – consente di superare le rigidità del modello testamentario e di ampliare le possibilità dell’autonomia privata. Vengono analizzate le ricadute sistematiche in rapporto al divieto dei patti successori, le applicazioni pratiche in ambito assistenziale e solidaristico (vitalizi, contratti di mantenimento) e le estensioni al diritto societario (clausole statutarie) e familiare (patto di famiglia). Dalla giurisprudenza e dalla dottrina emerge un quadro che, pur nel rispetto dei limiti codicistici, valorizza il contratto a favore di terzi come figura parasuccessoria centrale, capace di coniugare flessibilità negoziale e tutela degli interessi personali e patrimoniali del disponente.



