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Lavoro 02.11.2022

La nuova disciplina sulla prevedibilità minima del lavoro: valori ispiratori, dubbi interpretativi e punti di frizione con la Direttiva

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Sommario:

  1. 1. La disponibilità che erode il tempo libero
  2. 2. Il valore (giuridico) della programmabilità del tempo
  3. 3. La prevedibilità del lavoro di matrice eurounitaria…
  4. 4. (Segue): … e quella “all'italiana”
 

L'Autore, dopo aver osservato la propensione delle imprese a pretendere quantità crescenti di disponibilità da parte dei lavoratori, evidenzia il rilievo giuridico che, nel nostro ordinamento, deve essere riconosciuto alla programmabilità di una quota di tempo della persona che lavora e, dunque, la necessità che una parte di quel tempo resti libera da impegni professionali. A questi valori si ispira la direttiva n. 2019/1152/UE nel dettare prescrizioni minime in tema di prevedibilità minima del lavoro. Descritta per sommi capi la disciplina in materia della fonte europea, l'Autore analizza, infine, il d.lgs. n. 104/2022 che ad essa ha dato attuazione, focalizzando in particolare l'attenzione sull'art. 9 di cui sottolinea i profili critici.