Editoriali

05.07.2022

A Paolo Grossi

Visualizzazione ZEN
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Il diritto come avvincente esperienza comunitaria, calata nella storia.

 

Il contributo di tutti, non solo di giuristi, giudici e legislatori, all’inverarsi di questa esperienza.

 

L’attenzione alla realtà concreta, alle necessità della vita, alle dinamiche del potere.

 

La guida, nella ricerca, dei valori fondamentali in cui una civiltà si riconosce, dichiarandoli nella Costituzione.

 

Da questo formidabile attrito tra fatti e valori, dalla costruzione laterale del diritto (accanto ai legislatori) da parte di ciascuno di noi, prende forma un banco di prova.

 

La legge, questo tentativo perenne di armonizzare il tutto in un disegno razionale, vi è chiamata a rispondere.

 

Descrizione del processo storico, esame fenomenologico, proposta teorica e infine giudizio. Forse potremmo approssimare così il lascito culturale di un grande giurista del Novecento.

 

Paolo Grossi ci ha lasciati; sul tavolo di lavoro ho alcuni suoi libri che stavo consultando, come tante volte mi è capitato di fare. Nel cassetto, qualche lettera preziosa. Nell’aria, il ricordo degli ultimi incontri, e lo sguardo benevolo e ironico di un vecchio amico.

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