Sommario:
- 1. Premessa.
- 2. Le azioni processuali potenzialmente esperibili in caso di violazione del principio di libertà sindacale.
- 3. Il rapporto tra l'azione collettiva ex art. 28 St. lav. e l'azione individuale ex art. 414 c.p.c.
- 4. Il rapporto tra l'azione di repressione della condotta antisindacale e il rito speciale in materia di contrasto alle discriminazioni di cui all'art. 28 d.lgs. n. 150 del 2011.
- 5. La specialità del regime probatorio previsto dall'art. 28, comma 4, d.lgs. n. 150 del 2011.
- 6. L'estensione del regime probatorio ex art. 28 d.lgs. n. 150 del 2011, al procedimento di repressione della condotta antisindacale: una soluzione possibile?
La centralità acquisita negli anni più recenti dal diritto antidiscriminatorio, dovuta principalmente ai mutamenti (a volte convulsi) intervenuti nella materia del diritto del lavoro, si è accompagnata ad alcune incertezze di natura interpretativa ascrivibili, non solo all'ambigua formulazione del dettato legale, ma anche alla poca dimestichezza mostrata dalla giurisprudenza nazionale con le nozioni e gli istituti propri di tale disciplina.