La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto di procreazione eterologa per le coppie affette da sterilità. È l’ennesino colpo inferto dalla giurisprudenza ai principi fondanti delle legge 40, dei quali emerge con sempre maggiore evidenza sia la natura ideologica e astratta, sia l’inidoneità a governare con ragionevolezza ed equità i problemi delle patologie della riproduzione; ciò soprattutto in un mondo, qual è quello d’oggi, in cui gli interessati possono facilmente recarsi all’estero per ottenere quanto è vietato in patria. L’intervento della Corte pone sullo stesso piano, affermandone la liceità, tanto l’eterologa maschile quanto quella femminile. Benché la decisione non apra vere e proprie lacune nell’ordinamento, è però opportuno che il legislatore intervenga quanto meno per regolare la gestione delle informazioni sull’identità del donatore.
Editoriali
Famiglia e successioni 17.09.2014
Abbattuto un altro pilastro della legge 40: la Corte costituzionale cancella il divieto di procreazione assistita eterologa
di Leonardo Lenti