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Banca finanza assicurazioni 10.04.2019

Le Sezioni Unite e le clausole “Claims Made”: tra tipo, causa e poteri del giudice

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Sommario:

  1. 1. Introduzione.
  2. 2. I principi della sentenza: il superamento della dicotomia tra claims made “pura” e “impura”.
  3. 3. (Segue): dalla meritevolezza alla causa.
  4. 4. I rimedi a tutela del contraente.
  5. 5. Il ruolo del giudice.
  6. 6. Conclusione.
 

Con sentenza del 24 settembre 2018, n. 22437,  la Corte di Cassazione è tornata a valutare le discusse clausole Claims Made (letteralmente, “a richiesta fatta”), dando un segno di parziale discontinuità rispetto alla precedente sentenza, emessa nel 2016. L'ordinanza interlocutoria del gennaio 2018, emessa dalla Terza Sezione, aveva richiesto una rinnovata attenzione rispetto alla validità o, per meglio dire, alla meritevolezza delle clausole in esame, prospettando una soluzione fortemente critica rispetto alla clausola in esame. La recente sentenza dalle Sezioni Unite, invece, cambia prospettiva rispetto alle pregresse prese di posizione, tenendo di conto anche degli spunti formulati dalla dottrina sul punto. Da essa si ricavano principi generali che consentono all'interprete di orientarsi all'interno dell'ordinamento civile. In particolar modo le Sezioni Unite utilizzano categorie generali per risolvere problemi attuali, dando una risposta convincente che tiene di conto dello sviluppo complessivo dell'ordinamento. L'attenzione sull'argomento può essere uno spunto interessante per interrogarsi su problemi più generali (e di sistema), dunque spingere l'interprete a compiere analisi ampie sugli equilibri dell'ordinamento civilistico.