Sommario:
- 1. Premessa.
- 2. La (tendenziale) equiparazione del lodo alla sentenza e la tutela dei terzi.
- 3. La nozione di terzo. Sua definizione in negativo. La nozione di parte della convenzione di arbitrato.
- 4. (Segue): Le variazioni soggettive nell'ambito dell'accordo compromissorio. La successione nell'accordo.
- 5. Il litisconsorte necessario pretermesso.
- 6. L'intervento del terzo ai sensi del primo comma dell'art. 105 c.p.c.
- 7. (Segue): L'art. 816-quinquies, comma 1.
- 8. L'intervento adesivo dipendente.
- 9. Gli interventi coatti.
- 10. L'intervento del successore a titolo particolare.
- 11. Brevi osservazioni conclusive sulla base (anche) delle indicazioni provenienti dagli ordinamenti stranieri.
Nonostante l'introduzione nel codice di procedura civile dell'art. 816-quinquies c.p.c., solo in parte è stata risolta la complessa questione del rapporto tra arbitrato e terzi, essendo quest'istituto stretto tra due opposte tendenze: da un lato, l'equiparazione del lodo alla sentenza impone di predisporre una tutela piena e completa dei diritti del terzo, non solo in via repressiva, ma anche preventiva; dall'altro, l'origine negoziale del fenomeno arbitrale mal sopporta la violazione del principio di relatività.