Sommario:
- 1. Introduzione
- 2. Le nuove vulnerabilità: dagli algoritmi opachi delle piattaforme di comunicazione alla manipolazione dei dati. Un panorama articolato
- 3. Dark patterns e consenso dell'utente nel quadro legislativo plurisettoriale europeo
- 4. (Segue): dark patterns e tutela dell'autonomia decisionale del consumatore-utente
- 5. La tutela del consenso dell'utente tra percorsi giurisprudenziali già tracciati e nuovi
- 6. La decisione della U.S. Ninth Circuit of Appeals del 18 aprile 2022
- 7. Conclusioni
L'articolo esamina i problemi posti dalle architetture digitali “manipolative” all'acquisizione del consenso libero e informato dell'utente. Il tema della tutela giuridica del consenso non è certo nuovo. Un lungo percorso giurisprudenziale caratterizza già, anche nel nostro ordinamento, l'evoluzione di tale concetto nel contesto off-line. Emergono, però, anche profili di novità, soprattutto in considerazione dello stretto intrecciarsi del tema della tutela dei diritti dell'utente sui propri dati, profilo informativo, con quello della protezione dello stesso contro le pratiche commerciali scorrette attinente, invece, all'ambito della tutela del consumatore.
A partire da tale constatazione, lo scritto descrive le principali forme di dark patterns, recentemente identificate dal parere dello European Data Protection Board 3/2022, per capire come tali meccanismi siano tipicamente usati nel web ed impattino sul comportamento dell'utente. Dopo aver inquadrato le nuove vulnerabilità emergenti in tema di consenso nel quadro legislativo europeo, l'articolo considera i recenti interventi delle Autorità Garanti per la protezione dei dati e della giurisprudenza europea per mettere in luce il divario emergente tra tutela formale, che si realizza con la compliance normativa delle interfacce digitali, e la tutela effettiva dell'autonomia dell'utente in contesti digitali caratterizzati dalla presenza delle strategie qui in esame.