Se dal punto di vista teorico non sorgono dubbi sulle differenze che sussistono tra modus e condizione, non può dirsi altrettanto agevole il compito dell’interprete, allorquando si trovi in concreto a dover scegliere in ordine alla qualificazione da dare alla volontà espressa in una disposizione testamentaria. La prassi applicativa ci offre numerosi esempi di ciò. Date le notevoli differenze sul piano disciplinare tra le due figure in esame, diviene di fondamentale importanza la ricerca di un criterium individuationis, idoneo a guidare la scelta dell’interprete, in modo da evitare che questa sia arbitraria ovvero dettata dalla considerazione di interessi ultronei rispetto a quelli avuti di mira dal de cuius.
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Famiglia e successioni 10.06.2014
Onere testamentario e condizione: un rapporto controverso
di Anna Guadagnin