Il dibattito che ha preceduto ed accompagnato l’approvazione della legge n. 18 del 2015 è stato caratterizzato dalla recitazione due mantra, intendendo per tali, al di là del significato religioso, formule magiche che dovrebbero inverarsi per il solo fatto di essere ripetute molte volte, e cioè “ce lo chiede l’Europa” e “chi sbaglia paga”. Questi due mantra hanno, poi, intercettato il consenso dell’opinione pubblica, giustamente insoddisfatta per un servizio giustizia che non funziona e minata nella fiducia verso un’istituzione, la magistratura, oggetto spesso di campagne di delegittimazione in occasione dei ripetuti scontri con la politica.
Editoriali
Arbitrato e processo civile 03.06.2015
Errore del giudice e responsabilità civile dopo la riforma della legge Vassalli
di Sergio Di Amato