Sommario:
- 1. La problematica delle sedi disagiate: brevi cenni sulle origini del problema e sulle sue conseguenze disfunzionali.
- 2. I principali fattori che condizionano la copertura dei vuoti d’organico nelle sedi disagiate.
- 3. Le principali variazioni nel tempo del fenomeno delle sedi disagiate.
- 4. I principi costituzionali di inamovibilità del magistrato e di efficienza e buon andamento dell’amministrazione della giustizia.
- 5. Il trasferimento su richiesta del magistrato. – 5.1. L’esecuzione delle delibere di trasferimento: il potere tradizionale del Ministro e il potere, di recente attribuzione, del Consiglio superiore.
- 6. L’assegnazione della sede e delle funzioni ai magistrati ordinari in tirocinio.
- 7. La copertura dei vuoti d’organico con i trasferimenti d’ufficio. - 7.1. Il trasferimento d’ufficio del magistrato in sede disagiata con preventiva acquisizione del suo consenso o della sua disponibilità. - 7.2. Il trasferimento d’ufficio del magistrato in sede disagiata senza preventiva acquisizione del suo consenso o della sua disponibilità. - 7.3. Il trasferimento d’ufficio del magistrato da disporre in presenza di una situazione d’urgenza e senza preventiva acquisizione del suo consenso o della sua disponibilità. - 7.4. Gli istituti di creazione consiliare finalizzati alla copertura dei vuoti d’organico degli uffici giudiziari. - 7.5. Le ipotesi di trasferimento d’ufficio dei magistrati dettate da ragioni diverse da quella della copertura dei posti vacanti.
- 8. Il ruolo svolto dal Consiglio superiore della magistratura con riguardo alla copertura dei vuoti d’organico degli uffici giudiziari.
- 9. Riflessioni conclusive.
La questione della mobilità dei magistrati e della copertura dei vuoti d’organico all’interno degli uffici giudiziari non particolarmente graditi non è, nel nostro ordinamento, una problematica nuova o una questione insorta in tempi soltanto recenti. Negli ultimi venticinque anni, infatti, è già stata affrontata più volte dal legislatore e il Consiglio superiore della magistratura ha dibattuto il tema al suo interno sin dagli anni ’70 del secolo scorso, compiendo vari sforzi per porvi almeno parzialmente rimedio.