Sommario:
- 1. Il ricorso per cassazione tra modello e realtà
- 2. Le controverse radici del principio di autosufficienza
- 3. Il (dubbio) fondamento normativo del principio
- 4. Il cammino dell'autosufficienza: tra genesi, metamorfosi e criticità
- 5. I tentativi di regolamentazione
- 6. Il principio di autosufficienza e quello di certezza del diritto e di prevedibilità delle decisioni
Sebbene sia ormai protagonista di una produzione giurisprudenziale pressocché sterminata, il principio di autosufficienza continua a eludere ogni tentativo di sistematizzazione, oscillando, da oltre un trentennio, tra l’ideale di completezza e la tentazione del formalismo, in un costante disallineamento rispetto alla sua funzione genetica. Una simile metamorfosi ha trovato terreno fertile in un impianto regolatorio strutturalmente inadeguato: né il d.lgs. 2 febbraio 2006, n. 40, né il Protocollo d’intesa tra C.N.F. e Cassazione sulla redazione dei ricorsi del 2013 sono riusciti a contrastare efficacemente tali derive, l’uno ostacolato da un’eccessiva indeterminatezza terminologica che ne ha neutralizzato la portata prescrittiva, l’altro limitato da un deficit di cogenza che ne ha reso l’efficacia puramente eventuale. Ne affiora l’immagine di un principio che, lungi dall’arginare il disordine sistemico, ne diventa complice inconsapevole e che, dietro la maschera della coerenza argomentativa, cela talora un’esigenza ben diversa: un meccanismo di autodifesa della Cassazione, sopraffatta dalla fitta congerie dei ricorsi.