Editoriali

Società e concorrenza 06.11.2014

Il TAR e l’unità (negata) del diritto privato

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Nel volume dodicesimo dell’Enciclopedia del Diritto, dato alle stampe nel 1964, nella voce “Diritto civile”, discorrendo del tema dei rapporti tra diritto civile e diritto commerciale e nell’esaminare le tesi che miravano a esasperare la specialità di quest’ultimo nell’ambito dell’esperienza privatistica, Rosario Nicolò sottolineava come la questione se il diritto commerciale fosse o meno un diritto speciale fosse in definitiva «più un problema di parole che di sostanza». «Le specialità di certe manifestazioni dell’attività umana», osservava il grande Maestro, se possono «giustificare diversi indirizzi di studio o suggerire l’applicazione di particolari criteri metodologici» non possono però essere per ciò solo «sufficienti a far dimenticare la fondamentale identità dei presupposti di base, a far dimenticare che dietro a questa o a quella forma dell’attività dell’uomo, ispirata a questa o quella finalità, vi è sempre la medesima realtà di fondo, ossia l’individuo nei suoi attributi essenziali di persona e nei rapporti con i suoi simili, ossia la realtà di fondo del diritto civile», per poi concludere che «l’unificazione della disciplina della cosiddetta materia civile e commerciale e l’assorbimento del codice di commercio nel codice civile hanno molto contribuito al superamento di quelle posizioni, di guisa che la nostra dottrina è sicuramente orientata a riconoscere il carattere unitario e comprensivo del diritto civile».