Sommario:
- 1. L’impresa a base familiare: un tentativo di definizione.
- 2. Il passaggio dell’impresa: di padre in figlio?
- 3. L’impresa ed i familiari davanti al giudice.
- 4. Alcune indicazioni per una pacifica convivenza dei familiari in azienda.
- 5. Successione generazionale: una questione culturale.
La disamina del tema della conflittualità nelle imprese a base familiare e, segnatamente, nella fase del passaggio generazionale d’impresa, presuppone un preliminare chiarimento: “l’impresa a base familiare” non deve essere equivocata con “l’impresa familiare” disciplinata, nel nostro ordinamento,dall’art. 230-bis del codice civile, introdotto con la riforma del diritto di famiglia attuata con legge 19 maggio 1975, n. 151. Quest’ultima è, come risaputo, contraddistinta dal lavoro prestato in modo continuativo dai familiari ai quali vengono riconosciuti determinati diritti in relazione alla quantità ed alla qualità dell’attività svolta; intendendosi, più precisamente,per impresa familiare quella cui collaborano il coniuge, i parenti entro il terzo grado, gli affini entro il secondo. L’impresa familiare non è però società; dà luogo ad un mero rapporto interno, restando, di regola, nei rapporti esterni impresa a titolarità individuale.