Sommario:
- 1. Spunti semantici.
- 2. All’esordio di un itinerario inquieto.
- 3. L’atto di disposizione: una nozione complessa. - 3.1. Sulla facoltà di disposizione: aspetti substrutturali e questioni teorico-generali. Analitica. - 3.2. Sull’atto di decisione: processo di subscomposizione. - 3.3. La disputa “endo versus eso” allocativa della facoltà di disposizione. 3.3.1. Atti di disposizione della facoltà di disposizione?; 3.3.2 Atti dispositivi del non titolare?; 3.3.3 Sulle prove di resistenza. Esiti; 3.3.4 La facoltà di disposizione nel “nuovo diritto”. Prospettica.
Il termine “disporre” è forma sincopata del lemma latino disponere. Composto dalla particella dis (sì da denotare“separazione”, “distribuzione”) e da ponere (porre), disvela la sintesi di un doppio processo: l’allontanamento da qualcuno o qualcosa, un “separarsi”; il ricollocarsi aliunde. Intima appare, indi, sul piano etimologico, la relazione con l’“alienare”, quale attività, risultato e sintesi del fenomeno collegato all’idea evocata dal verbo: “separare qualcosa da qualcuno, […] renderla estranea a lui”.