Approfondimenti

Lavoro 03.06.2015

Il lavoro a chiamata per ragioni anagrafiche è messo fuori gioco dal diritto dell’Unione europea?

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Sommario:

  1. 1. Il job on call nell’ordinamento italiano: una storia travagliata ma tuttora aperta.
  2. 2. Il contratto di lavoro intermittente per giovani e pseudo-anziani e l’attrito col divieto europeo di discriminazioni basate sull’età.
  3. 3. Il caso milanese Abercrombie e l’efficacia diretta orizzontale del principio di non discriminazione per età.
  4. 4. La disapplicazione giudiziale dell’art. 34, comma 2, del d. lgs. n. 276 del 2003: un eccesso di zelo europeista o un’applicazione virtuosa del diritto antidiscriminatorio?
 

Introdotto nell’ordinamento italiano in occasione della massiccia iniezione di flessibilità in entrata somministrata al nostro mercato del lavoro dal d.lgs. 10 settembre 2003, n. 276, il contratto che, ai sensi dell’art. 34, comma 1, dello stesso, prevede la messa a disposizione del lavoratore «per lo svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente, secondo le esigenze individuate dai contratti collettivi […] ovvero per periodi predeterminati nell’arco della settimana, del mese o dell’anno» non ha avuto, com’è noto, una vita facile.