Sommario:
- 1. Impostazione della problematica
- 2. La rilevanza giuridica dell'interesse extra-sociale dell'ente partecipante sulla procedura di risoluzione della crisi e dell'insolvenza rinviene la sua fonte normativa nel TUSP
- 3. Il vecchio disposto dell'art. 1 l.fall. e la regola della non fallibilità degli Enti pubblici
- 4. (Segue): l'evoluzione della dottrina sulla fallibilità delle Società pubbliche prima dell'entrata in vigore del TUSP
- 5. I diversi e mutevoli orientamenti della giurisprudenza sulla fallibilità della società pubblica prima del TUSP
- 6. La non fallibilità delle società in house quali enti esercenti un'impresa pubblica
- 7. I principi delineati dalla recente Cassazione del 16 marzo 2023, n. 7646 a sostegno della fallibilità delle società pubbliche in house
- 8. Il principio del divieto di soccorso finanziario di cui all'art. 14, comma 5, TUSP rimarcato dalla Corte cost. 5 giugno 2023, n. 110
- 9. La compresenza di interessi privatistici e pubblicistici nelle società pubbliche non è stata risolta dall'entrata in vigore del TUSP e del CCII
- 10. La governance delle società pubbliche e le speciali misure di allerta previste dal TUSP: i programmi di valutazione del rischio di crisi aziendale e il piano di risanamento
Il presente contributo è diretto ad approfondire la questione della gestione della fase di crisi e dell'insolvenza delle società pubbliche dopo l'entrata in vigore del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (CCII). In particolare, si evidenzia che nonostante il CCII e il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (TUSP) si applicano alla risoluzione della crisi e dell'insolvenza della società pubblica, in concreto, i problemi legati alla compresenza, nella detta fattispecie, di interessi di tipo privatistico e di tipo pubblicistico, permangono. Inoltre, si approfondisce l'ulteriore questione del conflitto tra l'interesse extra-sociale del socio pubblico rispetto all'interesse dei creditori della società, non espressamente risolto dal CCII e dal TUSP.