Sommario:
- 1. La centralità del motivo ex art. 395, n. 4 c.p.c. nel sistema della revocazione.
- 2. Il modellamento ad opera della Consulta (e la revocabilità delle sentenze della Corte costituzionale).
- 3. La nozione di errore revocatorio.
- 4. I rapporti con le fattispecie simili.
È noto che il quarto motivo, tra quelli elencati tassativamente dell'art. 395 c.p.c., costituisce il cuore del sistema della revocazione, permettendo alla parte di lamentare la supposizione in sentenza di un fatto la cui verità è incontrastabilmente esclusa dagli atti o dai documenti di causa (ovvero la supposizione dell'inesistenza di un fatto la cui verità è stata invece positivamente dimostrata) e, con ciò, soddisfacendo l'esigenza cui è orientata la previsione dello strumento revocatorio – che «ha senza dubbio carattere di generalità, e può dirsi inerisca alla funzione stessa della giustizia» – di rimettere in discussione l'esito del giudizio pur discendente da una sentenza formalmente valida laddove esso sia il frutto di circostanze che abbiano «patologicamente» influito sulla giustizia della decisione.