La Corte costituzionale, all'esito della rimessione della questione da parte delle Sezioni unite della Corte di cassazione, ha sancito l'illegittimità costituzionale dell'art. 230-bis, comma 3, c.c. nella parte in cui non contempla tra i partecipanti all'impresa familiare il convivente more uxorio. La soluzione, per quel che concerne il risultato cui i giudici delle leggi sono pervenuti, appare sicuramente condivisibile, ancorché l'aver scartato la via dell'interpretazione costituzionalmente orientata e, ancor prima, dell'applicazione analogica, suscita non poche perplessità.